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  • Immagine del redattoreSilvia Cosimini

Arnaldur Indriðason, La voce, Guanda, Milano 2008

E siamo a tre: l'agente Erlendur alle prese con un caso natalizio. In un'intervista Arnaldur ha evidenziato un errore di traduzione (simpatico, eh?). In realtà — mi spiace per lui e anche per il giornalista, che sicuramente ci ha conversato in inglese — qui gli elfi non c'entrano niente, perché il testo dice proprio dvergríki: chiunque abbia familiarità con le lingue germaniche riconoscerà in dvergur il dwarf inglese. Se il nostro autore avesse voluto dire 'elfi' avrebbe potuto usare il termine giusto, che in islandese esiste, eccome: álfar. In ogni modo, in preda agli scrupoli e ai rimorsi, dopo la graziosa segnalazione ho portato avanti per mesi un'indagine approfondita tra i miei amici parlanti nativi, e a nessuno, dico NESSUNO, è venuto il dubbio che potesse trattarsi di elfi e non di nani, che si trattasse di un riferimento alla superstizione e non alle dimensioni di quest'isola artica. Arnaldur, tiè.

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