Silvia Cosimini
Jón Kalman Stefánsson, Il dolore degli angeli, Iperborea, Milano 2012
Un autore al di fuori dei clichés imperanti sul successo della letteratura nordica legato per lo più al giallo: lontano da una produzione di facile consumo, preferisce addentrarsi nel rapporto fra l’uomo e la natura nell’impervio mondo islandese da cui traspare il senso profondo che costituisce la comunità umana, interrogata nel suo compito di baluardo e salvaguardia della memoria, unito a un profondo amore nei confronti della letteratura, intuita dall’autore come l’unica panacea alla tragicità dell’esistenza umana.